lunedì 3 settembre 2012

Ups & Downs


Tra i tanti momenti piacevoli e divertenti trascorsi in questi 3 mesi, momenti caratterizzati da incontri interessanti, nuove sfide e responsabilità, posti nuovi e incantevoli, odori ed emozioni intensi e forti non sono di certo mancati e non mancano tuttora anche momenti di difficoltà, in cui ti devi fermare un attimo a riflettere e fare un po’ il punto della situazione con te stessa per non rischiare di essere trascinata in un vortice di paure e di incertezze.
I momenti di difficoltà, quelle situazioni cui volente o nolente ci si ritrova a dover affrontare prima o poi durante il percorso SVE, proprio perché si tratta di un lungo percorso in cui la sfida più grande è data dal doversi adattare ad un contesto che in molti casi è diverso da quello in cui si vive e si è cresciuti. Perciò bisogna essere preparati anche a quelle situazioni in cui non ci si sente a proprio agio per diverse ragioni.
I momenti più duri, nel mio caso, sono spesso legati alle differenze di cultura che in alcuni casi possono generare incomprensioni o malcontenti ma anche alla nostalgia delle persone care.
Premetto che queste sono considerazioni personali (non polemiche) che possono essere utili ai futuri volontari che devono partire con la consapevolezza che il percorso SVE è fatto anche di momenti non facili, una montagna russa di alti e bassi ma non dimentichiamo che spesso è proprio il doverci rapportare a situazioni difficili che ci fa crescere e ci fa diventare persone più mature e consapevoli.
Quindi, sono passati ormai 3 mesi, i giorni scorrono velocemente e io sento sempre più la mancanza del mio Paese, ebbene sì, nonostante tutti i problemi che il mio Paese sta attraversando in questo momento mi manca incredibilmente, in particolare mi mancano le persone care, le mie amiche, la mia famiglia. Mi mancano le piccole cose della routine quotidiana.  
E mi manca il parlare l’italiano, questo perché non è sempre facile esprimere i propri pensieri, sentimenti ed opinioni in inglese come si vorrebbe. Talvolta mi ritrovo persino a pensare in inglese! Ma la difficoltà più grande è data dalla comunicazione in lingua turca. La barriera linguistica purtroppo rimane uno dei problemi più grandi. Ce la sto mettendo tutta per imparare il turco e cercare di capire quando i ragazzi parlano la loro lingua madre tra loro ma è molto dura. Il problema è dato dal fatto che non tutti i volontari dell’associazione parlano in inglese e chiaramente tutti i meeting previsti in associazione sono in turco e purtroppo io non riesco a capire quasi nulla. Ed è in questi casi che vorrei condividere questa esperienza con altri volontari stranieri. Io sono la prima volontaria SVE ad essere stata ospitata dall’associazione Bursanat e come ho già detto mi ritengo fortunata perché godo di privilegi che altri volontari non hanno. Ma dall’altro lato penso che se ci fossero altri volontari in alcuni momenti per me sarebbe più facile, perché avrei la possibilità di confrontarmi con altre persone e quindi punti di vista esterni.
Inoltre, e questo fa parte della cultura turca, i ragazzi hanno la propensione a trattarti come un’ospite e quindi ad avere un atteggiamento iperprotettivo nei tuoi confronti, specialmente all’inizio. Ecco, se ci fossero altri volontari provenienti da altri Paesi l’attenzione di tutti non sarebbe sempre concentrata su di me ma anche su altri, invece, a volte, proprio perché sono l’unica e la prima volontaria straniera, sento di essere costantemente “sotto osservazione” , non in modo negativo sia chiaro, sono tutti molto gentili e mi piace la curiosità che hanno nei confronti della mia cultura però a volte, può essere un po’ stressante perché ci sono momenti in cui vorresti essere considerata semplicemente come un’altra volontaria del gruppo e non “la straniera” o “l’italiana”.
Non so se anche altri volontari si riconosceranno in queste mie riflessioni ma quel che mi sento di dire è che nonostante le difficoltà quel che conta è andare avanti sempre con un atteggiamento positivo e godersi quest’esperienza prendendo e cercando di dare il meglio perché si è già fortunati ad avere avuto questa bella opportunità che tanti altri vorrebbero avere. Godiamocela al massimo e non sprechiamo tempo a lamentarci di ciò che potrebbe andare meglio piuttosto facciamo in modo di porre rimedio a ciò che non ci fa sentire sereni o soddisfatti perché un giorno, sono convinta, quando ripenseremo a questa esperienza ci renderemo conto di essere diventate persone più ricche dentro e vorremmo riviverla nuovamente dall’inizio…


Among  many amusing and entertaining moments I spent in these 3 months, moments characterized by interesting meeting, new challenges and responsibilities, new places and beautiful, intense emotions, moments of difficulty are certainly not missed and there are still moments of difficulty, you need to stop for a moment to reflect with yourself to avoid the risk of being dragged into a whirlpool of fears and uncertainties.
Moments of difficulty, those situations which sooner or later you have to deal with  during your EVS journey, because it is a long path where the biggest challenge is given by having to adapt to an environment in which in many cases is different from that in which we live and grew up. So you have to be prepared also to those situations where you don’t feel yourself comfortable for several reasons. The hardest moments, in my case, are often linked to differences in culture, which in some cases can lead to misunderstandings but also the homesickness.
But I have to specify that these are personal considerations that can be useful for future volunteers who need to be aware that EVS journey is also made by difficult moments, a roller coaster of ups and downs but don’t forget that having to face with difficult situations makes us grow and makes us more mature and aware.
So, it's been three months I’ve been living here in Turkey, days go by quickly and I miss more and more my country, yes, despite all the problems that my country is going through right now I miss incredibly, in particular I miss the loved ones, my friends, my family. I miss the little things of everyday life.
And I miss speaking Italian, because It’s not always easy to express my own thoughts, feelings and opinions in English as I would like. Sometimes I even find myself thinking in English! But the greatest difficulty is to communicate in Turkish language. Unfortunately, the language barrier is one of the biggest problems. I'm trying to do all my best to learn turkish and try to understand when guys speak in their mother tongue between them but it’s very hard. The problem is the fact that not all the volunteers can speak english and all meetings in the association are in turkish and unfortunately I can not understand almost nothing. It is in those cases that I would like to share this experience with other foreign volunteers. I am the first and the only one EVS volunteer to have been hosted by the association Bursanat and as I’ve already said I consider myself lucky because I enjoy privileges that other volunteers don’t have. But on the other hand I think that if there were other volunteers it would be easier for me in some moments, because I would have the opportunity to have a comparison with other foreigners through external points of view.
Also, and this is a part of  Turkish culture, the guys tends to treat you like a guest, having an overprotective attitude towards you, especially at the beginning. Well, if there were other volunteers from other countries everyone's attention would not be always focused on me but also on other people, instead I feel I am constantly " under observation ", not in a negative way of course, guys are very nice and I like the curiosity that they have about my culture, however, sometimes it can be a bit stressful cause there are moments when you want to be considered simply as an other voluntary of the group and not the "foreign" one or "the Italian" one.
I don’t know if other volunteers will recognize themselves in these reflections, but what I can say is that despite the difficulties the most important thing is to go on always with a positive attitude and enjoying, taking and trying to give the best of this experience because It’s a luck to have had this wonderful opportunity that so many others would like to have. Let's enjoy it and not wasting time complaining about what it could be better rather than let’s do something to remedy what make us feel serene or happy, because one day, I am sure, when we’ll look back on this experience, we’ll realize we became richest people inside and we would like to relive it again from the beginning ...

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