Tra i tanti momenti piacevoli e
divertenti trascorsi in questi 3 mesi, momenti caratterizzati da incontri
interessanti, nuove sfide e responsabilità, posti nuovi e incantevoli, odori ed
emozioni intensi e forti non sono di certo mancati e non mancano tuttora anche
momenti di difficoltà, in cui ti devi fermare un attimo a riflettere e fare un
po’ il punto della situazione con te stessa per non rischiare di essere
trascinata in un vortice di paure e di incertezze.
I momenti di difficoltà, quelle
situazioni cui volente o nolente ci si ritrova a dover affrontare prima o poi
durante il percorso SVE, proprio perché si tratta di un lungo percorso in cui
la sfida più grande è data dal doversi adattare ad un contesto che in molti
casi è diverso da quello in cui si vive e si è cresciuti. Perciò bisogna essere
preparati anche a quelle situazioni in cui non ci si sente a proprio agio per
diverse ragioni.
I momenti più duri, nel mio caso,
sono spesso legati alle differenze di cultura che in alcuni casi possono
generare incomprensioni o malcontenti ma anche alla nostalgia delle persone
care.
Premetto che queste sono considerazioni
personali (non polemiche) che possono essere utili ai futuri volontari che
devono partire con la consapevolezza che il percorso SVE è fatto anche di
momenti non facili, una montagna russa di alti e bassi ma non dimentichiamo che
spesso è proprio il doverci rapportare a situazioni difficili che ci fa
crescere e ci fa diventare persone più mature e consapevoli.
Quindi, sono passati ormai 3
mesi, i giorni scorrono velocemente e io sento sempre più la mancanza del mio
Paese, ebbene sì, nonostante tutti i problemi che il mio Paese sta
attraversando in questo momento mi manca incredibilmente, in particolare mi
mancano le persone care, le mie amiche, la mia famiglia. Mi mancano le piccole
cose della routine quotidiana.
E mi manca il parlare l’italiano,
questo perché non è sempre facile esprimere i propri pensieri, sentimenti ed
opinioni in inglese come si vorrebbe. Talvolta mi ritrovo persino a pensare in
inglese! Ma la difficoltà più grande è data dalla comunicazione in lingua
turca. La barriera linguistica purtroppo rimane uno dei problemi più grandi. Ce
la sto mettendo tutta per imparare il turco e cercare di capire quando i
ragazzi parlano la loro lingua madre tra loro ma è molto dura. Il problema è
dato dal fatto che non tutti i volontari dell’associazione parlano in inglese e
chiaramente tutti i meeting previsti in associazione sono in turco e purtroppo
io non riesco a capire quasi nulla. Ed è in questi casi che vorrei condividere
questa esperienza con altri volontari stranieri. Io sono la prima volontaria
SVE ad essere stata ospitata dall’associazione Bursanat e come ho già detto mi
ritengo fortunata perché godo di privilegi che altri volontari non hanno. Ma
dall’altro lato penso che se ci fossero altri volontari in alcuni momenti per
me sarebbe più facile, perché avrei la possibilità di confrontarmi con altre
persone e quindi punti di vista esterni.
Inoltre, e questo fa parte della
cultura turca, i ragazzi hanno la propensione a trattarti come un’ospite e
quindi ad avere un atteggiamento iperprotettivo nei tuoi confronti,
specialmente all’inizio. Ecco, se ci fossero altri volontari provenienti da
altri Paesi l’attenzione di tutti non sarebbe sempre concentrata su di me ma
anche su altri, invece, a volte, proprio perché sono l’unica e la prima
volontaria straniera, sento di essere costantemente “sotto osservazione” , non
in modo negativo sia chiaro, sono tutti molto gentili e mi piace la curiosità
che hanno nei confronti della mia cultura però a volte, può essere un po’
stressante perché ci sono momenti in cui vorresti essere considerata
semplicemente come un’altra volontaria del gruppo e non “la straniera” o
“l’italiana”.
Non so se anche altri volontari
si riconosceranno in queste mie riflessioni ma quel che mi sento di dire è che
nonostante le difficoltà quel che conta è andare avanti sempre con un
atteggiamento positivo e godersi quest’esperienza prendendo e cercando di dare
il meglio perché si è già fortunati ad avere avuto questa bella opportunità che
tanti altri vorrebbero avere. Godiamocela al massimo e non sprechiamo tempo a
lamentarci di ciò che potrebbe andare meglio piuttosto facciamo in modo di
porre rimedio a ciò che non ci fa sentire sereni o soddisfatti perché un
giorno, sono convinta, quando ripenseremo a questa esperienza ci renderemo
conto di essere diventate persone più ricche dentro e vorremmo riviverla
nuovamente dall’inizio…
Among many amusing and entertaining moments I spent
in these 3 months, moments characterized by interesting meeting, new challenges
and responsibilities, new places and beautiful, intense emotions, moments of
difficulty are certainly not missed and there are still moments of difficulty,
you need to stop for a moment to reflect with yourself to avoid the risk of
being dragged into a whirlpool of fears and uncertainties.
Moments of difficulty, those situations which
sooner or later you have to deal with
during your EVS journey, because it is a long path where the biggest
challenge is given by having to adapt to an environment in which in many cases
is different from that in which we live and grew up. So you have to be prepared
also to those situations where you don’t feel yourself comfortable for several
reasons. The hardest moments, in my case, are often linked to differences in culture,
which in some cases can lead to misunderstandings but also the homesickness.
But I have to specify that these are personal
considerations that can be useful for future volunteers who need to be aware
that EVS journey is also made by difficult moments, a roller coaster of ups and
downs but don’t forget that having to face with difficult situations makes us
grow and makes us more mature and aware.
So, it's been three months I’ve been living
here in Turkey, days go by quickly and I miss more and more my country, yes,
despite all the problems that my country is going through right now I miss
incredibly, in particular I miss the loved ones, my friends, my family. I miss
the little things of everyday life.
And I miss speaking Italian, because It’s not
always easy to express my own thoughts, feelings and opinions in English as I
would like. Sometimes I even find myself thinking in English! But the greatest
difficulty is to communicate in Turkish language. Unfortunately, the language
barrier is one of the biggest problems. I'm trying to do all my best to learn turkish
and try to understand when guys speak in their mother tongue between them but
it’s very hard. The problem is the fact that not all the volunteers can speak
english and all meetings in the association are in turkish and unfortunately I
can not understand almost nothing. It is in those cases that I would like to
share this experience with other foreign volunteers. I am the first and the
only one EVS volunteer to have been hosted by the association Bursanat and as
I’ve already said I consider myself lucky because I enjoy privileges that other
volunteers don’t have. But on the other hand I think that if there were other
volunteers it would be easier for me in some moments, because I would have the
opportunity to have a comparison with other foreigners through external points
of view.
Also, and this is a part of Turkish culture, the guys tends to treat you
like a guest, having an overprotective attitude towards you, especially at the
beginning. Well, if there were other volunteers from other countries everyone's
attention would not be always focused on me but also on other people, instead I
feel I am constantly " under observation ", not in a negative way of
course, guys are very nice and I like the curiosity that they have about my
culture, however, sometimes it can be a bit stressful cause there are moments when
you want to be considered simply as an other voluntary of the group and not the
"foreign" one or "the Italian" one.
I don’t know if other volunteers will recognize
themselves in these reflections, but what I can say is that despite the
difficulties the most important thing is to go on always with a positive
attitude and enjoying, taking and trying to give the best of this experience
because It’s a luck to have had this wonderful opportunity that so many others
would like to have. Let's enjoy it and not wasting time complaining about what it
could be better rather than let’s do something to remedy what make us feel
serene or happy, because one day, I am sure, when we’ll look back on this
experience, we’ll realize we became richest people inside and we would like to
relive it again from the beginning ...
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